Il microchip per gatti, a differenza di quanto accade per rintracciare i cani in caso di smarrimento, è poco pubblicizzato e usato e soprattutto non è obbligatorio. Della sua importanza si parla poco ma è cruciale se il gatto si perde, viene rapito o scompare in modo sospetto correndo gravissimi rischi.
Cos’è, come funziona e a cosa serve ce lo racconta la dott.ssa Stefania Rapaccini, Direttore Sanitario di Mondo Gatto.
PARTIAMO DALLA DOMANDA PIÙ SEMPLICE: COS’È IL MICROCHIP?
Il microchip è una minuscola capsulina di materiale bio- compatibile, che non provoca nessun rigetto né fastidio, lunga 11 millimetri e con un diametro di 2,1 mm.
A COSA SERVE?
L’obiettivo è che in caso soprattutto di smarrimento ma anche di abbandono diventi più facile rintracciare il micio o il proprietario. Un’altra importante mission che nominiamo per seconda ma è di primaria importanza per la salute pubblica è quella di tenere sotto costante monitoraggio le colonie feline grazie a un maggior controllo delle malattie infettive e non che colpiscono i nostri mici.
COME AVVIENE LA MICROCIPPATURA?
Il microchip viene iniettato sottocute con un’apposita siringa sterile e monouso nella regione retroauricolare sinistra.
E’ DOLOROSA PER L’ANIMALE?
No, l’applicazione avviene in pochi secondi e senza dolore perché l’ago è obliquo ed estremamente affilato. È totalmente indolore e non richiede anestesia e proprio per questo motivo si può fare a gatti giovanissimi e molto piccoli.
UNA VOLTA APPLICATO SOTTOCUTE NON C’È IL RISCHIO CHE SI SPOSTI?
Assolutamente no perché la sua superficie è fatta in modo da ancorarsi definitivamente nel sottocute, cosa che avviene dopo alcune ore, perciò è importante che per 24-48 ore la sede d’iniezione non venga toccata.
E come funziona?
Il microchip è “passivo” in quanto rimane nel sottocute senza emettere segnali: lo fa solo quando viene “attivato” dal lettore – uno scanner - che è in possesso di tutti i veterinari che operano in ambulatorio e del Servizio Veterinari ASL, oltre che di canili e gattili. Una volta attivato trasmette un segnale che viene decodificato dal lettore nel codice identificativo del gatto, codice composto da 15 numeri, unico al mondo ed esclusivo di quell’animale.
Cosa indica questo codice?
Questo importantissimo codice indica il Paese in cui all’animale è stato iniettato il chip e il produttore del chip mentre gli ultimi sei numeri identificano l’animale.
Quali sono i vantaggi del microchip?
Il microchip presenta molti vantaggi: non sbiadisce col tempo, come poteva accadere con il tatuaggio, ed è applicato in una zona facilmente controllabile con l’apposito “lettore” di cui abbiamo parlato prima. Inoltre è più affidabile perché non si falsifica e si legge perfettamente, è più pratico poiché non richiede anestesia e si legge agevolmente anche in animali poco docili, è più internazionale per l’unicità garantita di ciascun numero e infine non si “scarica” mai.